venerdì 27 marzo 2015

Bloodborne - La recensopinione


Aaallora, premetto che non sono un fans della serie Souls, e sebbene anni fa comprai il primo Dark soul per Xbox 360, alla lunga mi stancò e lo misi da parte per dedicarmi ad altro.
Inutile dire che quando si accantona un gioco, difficilmente lo si riprende, ma comunque quel capitolo lo archiviai nell'angolo del "un giorno lo finirò".

Stendiamo un velo pietoto poi per il capostipite, ossia Demon'soul, gioco che decretò la morte della mia Ps3 fat causandone il led giallo per surriscaldamento (forse giocarci per ore nel mese di Luglio, non fu una buona idea).
Dark soul 2 lo schivai, e FORSE più in là (molto più in là) lo recupererò, magari per provare l'ebbrezza di un gioco From software a 60 fps.

Bloodborne ce l'ho da due giorni e credo di avere fatto qualcosa come 35/40 ore.
Non lo so cos'abbia questo gioco, o quale malefico sortilegio abbia sortito su di me.. magari come dice qualche pseudo giornalista, Miyazaki è davvero un mago, e sta di fatto che mi riesce difficile giudicare Bloodborne come di norma faccio con i giochi classici, ma ci proverò comunque..
Level design.
La parola "arte" nei videogiochi forse è un pelino abusata (credo che sia anche passato di moda definirli tali) tuttavia per Bloodborne tale appellativo forse non è esagerato.
La storia è sempre quella, ossia che un gioco va giocato per essere giudicato e Bloodborne non fa eccezione.
Yharnam, la città dov'è ambientato Bloodborne è un piccono gioiello di level design, un vero e agglomerato di strade, stradine e edifici vittoriani che si stagliano sotto un tramonto da cartolina degna di Tim Burton.
Spesso capita di trovarsi in luoghi che sembrano essere lontanissimi da quella piazza dove fino al giorno prima ci si trovava quasi a proprio agio, per poi scoprire aprendo un cancello che il gioco ti ha costretto a fare tutto il giro della città per poi tornare al punto di inizio.. e sembra quasi di sentire Miyazaki ridere mentre si prende beffa del senso dell'orientamento del giocatore.
Lungo le strade di Yharnam capita spesso di vedere delle lanterne rosse che stanno ad indicare le porte alla quale il protagonista potrà bussare per poter dialogare con l'abitante, che sia una bambina rimasta sola alla ricerca dei propri genitori, o un abitante della città ostile con i forestieri.
Una delle curiose caratteristiche delle creature di Bloodborne è il sangue viola.
Sembra quasi che il protagonista si sia spalmato le more addosso.

E poi c'è ovviamente l'elemento che ha reso celebre la saga Souls, ovvero la difficoltà che inizialmente appare altissima per poi abbassarsi notevolmente verso la fine, quasi fosse una vera e propria, "difficoltà inversa", perche' se inizialmente ci ritrovavamo con un personaggio armato alla bell'è meglio, alla fine avremo un vero ammazza mostri armato di tutto punto e con le statistiche altissime.
Ma ci si può definire davvero"bravi" nel finire Bloodborne?
Secondo me no, e mi stupisce che i giocatori accaniti insistano a definirsi "harcore" solo perché hanno finito un Dark soul o un Bloodborne.
Dove sta' la bravura nel finire il gioco con un personaggio livellatissimo e sopratutto dopo essere morto un centinaio di volte?
E poi c'è il discorso dell'ottimizzazione, anzi la scarsissima ottimizzazione che i programmatori hanno riservato a Bloodborne, con caricamenti da 45 secondi, una telecamera che durante gli scontri con i boss va dove cazzo gli pare e ciliegina sulla torta, un frame rate assolutamente instabile (ma i programmatori hanno detto che sistemeranno tutto a suon di patch, segno che quella del day one altro non era che un antipasto di quello che verrà).
Le lanterne costituiscono un prezioso punto di salvataggio per il gioco, nonché l'accesso per il "sogno del cacciatore" luogo ove sarà possibile potenziare il proprio alter ego.

Eppure sebbene di norma non possa fare a meno di storcere il naso di fronte alle imperfezioni tecniche, con Bloodborne i difetti passano in secondo piano, segno che quando sotto il fumo c'è tanta carne, alla fin fine le imperfezioni passano in secondo piano, lasciando il giocatore a godersi del lavoro di Miyazaki e del suo team.

Ora come ora, Bloodborne rappresenta forse la prima vera killer application per Ps4.

No, non do il voto.Dove pensate di essere, a scuola?

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